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Richiedere un mutuo: 5 cose da sapere prima di stipulare un mutuo

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Prima di richiedere un mutuo, è necessario conoscere alcune informazioni che riguardano questa specifica tipologia di finanziamento. In particolare per chi si avvicina per la prima volta all’universo dei prestiti finalizzati, ossia legati all’acquisto di un bene specifico.

Scopriamo le 5 cose da sapere per rendere il processo di scelta molto più agevole e senza sorprese.

Le principali caratteristiche del mutuo ipotecario

Il mutuo si distingue dagli altri prestiti perché questo strumento di finanziamento è legato all’acquisto di un bene, in questo caso un immobile.

Si parla di mutuo fondiario quando il prestito consiste nell’erogazione di un importo di denaro da parte della banca a favore del richiedente, per l’acquisto di un immobile, generalmente a uso residenziale.

Quando si richiede alla banca una somma di denaro per l’acquisto, ad esempio, di un appartamento ci si impegna a restituire l’importo concesso mediante rate mensili, trimestrali o semestrali. Nel caso di un mutuo classico per la prima casa, le rate sono addebitate sul conto corrente bancario ogni mese.

La banca, una volta sottoscritto il mutuo, provvede ad accendere la relativa ipoteca. Con questo atto l’istituto finanziatore possiede dei diritti sul bene, nel caso in cui il prestito non venisse rimborsato.

La scelta del mutuo: tasso fisso o variabile

Nell’universo dell’offerta di mutui per le famiglie, le banche predispongono diverse tipologie di mutuo per soddisfare le esigenze di uno spettro sempre più ampio di clientela.

La principale distinzione, dal punto di vista della tipologia di rimborso delle rate, riguarda il tasso di interesse, che può essere fisso o variabile.

I vantaggi del mutuo a tasso fisso sono legati a una certezza della rata. Nel caso del tasso fisso, l’importo da rimborsare ogni mese sarà sempre la stesso senza conseguenze derivanti dalle fluttuazioni economiche. Questa tipologia di prestito si adatta principalmente a chi percepisce un reddito fisso, come i lavoratori dipendenti.

L’altra tipologia di tasso di interesse è quella variabile, in cui il calcolo della rata può cambiare in funzione delle oscillazioni del mercato, sia in rialzo che in ribasso. Per questo motivo si adatta a chi dispone di entrate costanti ma variabili, come gli agenti di commercio e i titolari di partita IVA.

Mutuo casa 2020: tasso fisso o tasso variabile?

In un momento storico come questo, in cui i tassi di interesse sono al minimo, stipulare un mutuo a tasso variabile costituisce una scelta economicamente conveniente, con l’incognita di un possibile e fisiologico rialzo, soprattutto nel medio-lungo periodo.

Il tasso variabile è in genere più basso di quello fisso, proprio perché quest’ultimo garantisce la sicurezza di una rata uguale per tutta la durata del finanziamento e, di conseguenza, una tranquillità elevata.

Le banche possono elaborare anche altre forme di prestito con formule miste. In queste tipologie di prestito per un certo periodo si beneficia di un tasso fisso e in seguito il mutuo diventa a tasso variabile. Questo è un esempio di mutuo a tasso misto.

TAN e TAEG: che cosa significano queste due sigle

Quando si parla di mutuo o finanziamento si sente parlare spesso di TAN e TAEG. Queste due sigle sono di fondamentale importanza per chi accende un mutuo per la casa. Vediamo insieme le differenze:

  • Il TAN si riferisce al Tasso Annuo Nominale, ossia il tasso di interesse che costituisce la base per calcolare gli interessi sul capitale che la banca ha erogato. Non comprende tutte le spese legate al finanziamento, come gli oneri bancari.
  • Il TAEG è il Tasso Annuo Effettivo Globale e consiste nel costo reale del credito, che include tutte le spese effettivamente sostenute per il finanziamento. I costi inerenti il mutuo riguardano, ad esempio, le spese di istruttoria della pratica o eventuali altre spese accessorie.

Le agevolazioni fiscali legate al mutuo

Prima di valutare l’acquisto di un appartamento e la richiesta di un mutuo, è fondamentale considerare le agevolazioni fiscali riconosciute a determinate categorie di consumatori.

É il caso delle agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa da parte di nuclei familiari in cui il richiedente non abbia ancora compiuto i 35 anni di età, oppure sia costituito da un genitore separato o divorziato con un figlio minorenne a carico.

In questi casi, è possibile beneficiare di uno specifico mutuo legato a un Fondo di Garanzia Statale, nella misura del 50% della quota capitale e tutela l’istituto finanziario nel caso in cui il richiedente non sia più in grado di rimborsare le rate del mutuo.

In generale, per chi acquista una prima casa, le spese legate all’imposta di registro e agli oneri bancari sono notevolmente inferiori rispetto a coloro che ottengono un mutuo per una seconda casa.

Il Decreto Liquidità e le novità legate ai mutui

La recente approvazione del Decreto Liquidità ha introdotto importanti novità, anche per quanto riguarda il settore dei mutui bancari e l’acquisto della prima casa.

In particolare, è stato abolito l’obbligo di stabilire la propria residenza, entro 18 mesi dall’acquisto, per chi acquistava un immobile adibito a prima casa.

Inoltre, nel caso di acquisto di un immobile con il cosiddetto Bonus prima casa, è stato eliminato l’obbligo di attendere un anno, che in precedenza doveva decorrere dal primo acquisto, per comprare un altro immobile, da destinare successivamente a prima casa.

Anche i requisiti che il richiedente doveva possedere per ottenere il bonus sono state “congelate”, dal 23 febbraio a fine 2020.